mercoledì 30 dicembre 2009

Meglio con brugola e chiodi

Credendo di fare cosa gradita ho regalato a mio marito la fantastica casetta di pan di zenzero (o, meglio, di biscotto di zenzero) dell'Ikea da montare, per fargli fare una cosa carina insieme al nostro bambino. Tra l'altro l'ho trovata per un soffio, perchè alla mitica Bottega Svedese ne erano rimaste solo due sparute vicino alla cassa.
Una parentesi per la Bottega Svedese...avete mai notato che vi si vendono le cose più improbabili, come la carne di renna (e chi mai mangerebbe le fedeli compagne di Babbo? Soprattutto a Natale, daaaai!), i fantastici cannolini verde fosforescente (e ti chiedi se è lo stesso colorante dei giubbottini di sicurezza Ikea Family) o l'offertona wurstel (di renna?????)+pane+senapesvedese il tutto surgelato, forse per coprire il retrogusto di segatura che rilascerebbero troppo se freschi.
Chiusa parentesi.
Dicevo...Contenta per essermi accaparrata la casetta, leggo sul retro le istruzioni che prevedono di unire le varie parti con un caramello e poi decorarle con una glassa fatta con zucchero a velo. Il tutto scritto in 50 lingue, più o meno.
Così mi procuro anche lo zucchero a velo e gli smarties per decorare.
Ieri mio marito e il mio bambino si mettono di buzzo buono per costruire la casetta.
Solo negli spostamenti tra la scatola e il vassoio un pezzo di parete si spezza, rivelando così l'estrema fragilità di quel cazzo di biscotto allo zenzero che non regge neanche i soffi.
Provano e poi proviamo tutti a fare il caramello, con varie ricette e diversi tipi di pentole...nulla, non c'è neanche un caramello che incolli quell'accidenti di pareti della casetta! NIENTE DA FARE. In compenso mi trovo da lavare 4 pentole e 4 cucchiai, oltre a due pennellini da cucina. Al colmo della disperazione propongo un incollaggio con vinavil, senza poi mangiare la casetta. Ma sul più bello si rompe anche l'altra parete laterale, in più pezzi non ricomponibili.
Smadonnando alquanto mentalmente e con estrema delusione del mio cuccioletto, decidiamo, con finti sorrisi, di usare la casetta comunque per la colazione dell'indomani con frasette da genitori idioti del tipo: "Pensa, domani pucciamo il tetto nel latte..." e così via.
Mio figlio, ovviamente, stamattina si è rifiutato di mangiare i pezzi di casetta, che sapevano davvero TROPPO di zenzero, e ha optato per i suoi ottimi biscotti di Topolino.
Io, per dare una parvenza di dignità a tutta la cosa ne ho mangiati alcuni piccoli - e sottolineo piccoli - pezzi.
Mi è venuta la nausea che è durata per un'oretta buona, con lo zenzero (che io adoro) che faceva capolino su e giù dallo stomaco.
Morale della favola?
L'anno prossimo compro qualcosa da montare con brugola e chiodi, così gli uomini si divertono, li tengo impegnati senza che mi rompano le palle, posso anche fare una colazione decente e persino - forse - in pace.
Poi, tra l'altro, diciamocelo...avrei preferito di gran lunga ciucciare la gamba del tavolino KarlJohan che mangiare pezzi di quel cavolo di pan di zenzero!!!

domenica 27 dicembre 2009

Baciami ancora

...e vediamo se questo, a 9 anni di distanza, mi fa male come quell'altro di prima o anche peggio...Solo a risentire la musica nella prima parte del trailer mi si blocca il respiro!!!

http://www.youtube.com/watch?v=Oh0rJroPYmw

...

Augusta e Reale

Oggi pomeriggio ho fatto una capatina in centro. Si è trattato di una passeggiata di pochi minuti, ma ho potuto apprezzare per l'ennesima volta quella gran signora della mia città. O, meglio, del mio capoluogo di Provincia. Dopo le Olimpiadi invernali, finalmente, i "bogia nen" si sono mossi e Torino si è improvvisamente accorta di essere splendida.
Come può essere infatti definita se non "splendida" una città dal cui centro preciso si vedono sullo sfondo le Alpi innevate?
Una città con corsi e viali, ampi, dritti, di grande respiro. Con chiese barocche, rovine romane, portici ampi e negozi storici. Una città il cui centro è costeggiato da un fiume placido e sornione, come i suoi abitanti. Una città che è ormai illuminata in modo magistrale a sottolineare la bellezza dei suoi monumenti, tra cui un fantastico palazzo Reale.
Già, perchè non dimentichiamoci che Torino è stata la casa dei nostri Re, con un palazzo e dei giardini di enorme splendore.
Qualcuno l'ha chiamata e la chiama "la piccola Parigi".
No, Torino non ha tutta l'internazionalità, il "grandeur", la "lumiére" di Parigi, è un'altra cosa!
E' un gioiello poco appariscente, ma di ottima fattura, racchiuso nella scatola di velluto del suo cielo e delle sue montagne, che non fa restare a bocca aperta di primo acchito, ma sa stupire profondamente e lasciare il segno sugli intenditori di alta gioielleria. E' una filigrana d'opere d'arte, di caffè, di ristoranti e di monumenti che solo i palati fini riescono ad apprezzare.
Torino è tornata ad essere una gran signora ed è davvero di stirpe nobile, Reale, o, come dice il suo nome più antico,...Augusta!

p.s.
Le dedico, ovviamente, questo omaggio un po' prosaico, ma adatto alla sua ritrovata classicità e alla sua nuova modernità!

venerdì 25 dicembre 2009

Personestella

Sapete come sono le stelle, no?
Brillano di luce propria, anche nel cielo più buio, e la loro luce rischiara e scalda il cuore anche nelle notti più tetre.
Beh, non sono solo le stelle a farlo, ma anche alcune persone, che potremmo chiamare personestella.
Le personestella sono persone molto, molto speciali.
Non sto parlando di persone famose, come attori, cantanti, calciatori o qualcun'altro della becera categoria in questione.
Sono persone apparentemente comuni, ma solo "apparentemente", per l'appunto.
Le personestella, infatti, comuni non lo sono affatto.
Innanzitutto hanno una serie di capacità e/o qualità non poi così diffuse. Per esempio? Per citarne alcune...
... possono saper ascoltare bene, fare battute pungenti e pertinenti; avere sempre la cosa giusta da dire al momento giusto; saper fare fotografie fantastiche; saper cantare in modo intonato da soli o in gruppo; sapere ballare in modo morbido ed elegante, che so, i balli latinoamericani o le danze irlandesi; sapere le poesie di Neruda o Hikmet a memoria (ma anche quelle di Benedetti o di Saffo o di chi voi preferite); saper parlare correntemente tre-quattro lingue; saper cucinare, magari anche piatti di paesi diversi; aver viaggiato in vari paesi o aver abitato per un po' in alcuni di essi; saper costruire amicizie vere e profonde che durano annieannieanni, coltivare diversi interessi in modo profondo senza trascurarne nessuno; saper scrivere cose interessanti, divertenti, emozionanti; amare la vita e affrontarla ogni giorno con entusiasmo; saper apprezzare i buoni libri e la buona musica e saperne discorrere con garbo.
A volte le personestella hanno 5-6 di queste caratteristiche tutte insieme, a volte anche molte di più, a volte ne hanno una quantità imprecisata anche di quelle che io non ho citato per ignoranza o semplicemente perchè non ci ho pensato.
Queste persone, naturalmente dotate di caratteristiche eccezionali, sono oltremodo affascinanti.
Le si riconosce perchè attirano a sè tante persone, che si innamorano letteralmente di loro, del loro modo di essere, di fare, di agire, di ascoltare e di parlare.
Sono piene di amicizie e di amori nascosti sotto amicizie, e di amicizie che vorrebbero diventare amori.
Ma loro, le persone stella, proprio perchè così eccezionali, e lucentidilucepropria, quasi sempre capita che non possano appartenere a nessuno, se non per un breve periodo. E' che sono troppo, troppo di tutto per tutti e nessuno è alla loro altezza, riesce a stare al loro ritmo o a brillare tanto quanto loro.
A meno che non siano anche loro personestella, ovviamente.
Le personestella, dunque, coltivano amicizie per anni, in modo sincero, ma non possono appartenere a pochi amici, perchè ne hanno sempre di nuovi e gestire quelli accumulati negli anni in modo completo non sempre è facile.
Le persone stella sanno fare promesse convincenti, senza poi riuscire a mantenerle, perchè non ce la fanno mai a stare dietro a tutto quello che viene colpito dalla loro luce.
Ma sanno anche farsi perdonare, ricomparendo di tanto in tanto e lanciando altra luce, sempre più viva e sempre più bella.
Le personestella fanno anche del male, a volte, ma in modo sottile e inconsapevole, abituate come sono ad emanare il loro brillio e a fare felici le persone.
Non è facile incontrare molte personestella sul proprio cammino, durante la vita, per il semplice fatto che non ce ne sono molte in giro.
Io ho avuto la fortuna di incontrarne due, ma una in particolare ha brillato e continua a brillare più dell'altra, che invece è una persona stella non meno valida, ma più sommessa e, oserei dire, nel senso migliore del termine, "provinciale".
So che per questa persona, per quella che "brilla di più", resterò sempre un meteroite marginale, qualcosa che una volta è stato illuminato da lei e poi ha continuato il suo percorso nello spazio per altre vie e altre vite, solo ogni tanto rientrando nella sua luce.
So di valere molto meno di questa persona e di non potermi aspettare niente da lei, perchè non ha neanche il tempo di girarsi a vedere chi ammira la sua luce.
So che i ricordi fanno emozionare molto di più me che questa persona e che, sicuramente, non ritornano in certi periodi nella sua mente con la stessa forza con cui tornano nella mia.

Eppure non posso fare a meno di pensare a questa persona, alla sua luce e al suo essere in generale. A volte arrivo persino a sperare di rivederla, prima o poi, di ascoltare la sua voce "dal vivo" e di abbracciarla forte; arrivo a sperare di avere un gesto, una lettera, un pensiero speciali, solo per un momento, come è stato nel passato; spero addirittura che i ricordi la colpiscano di botto e la spingano a chiamarmi o a parlarmi con le frasi di una canzone.

Questo non perchè mi manchi qualcosa nella mia vita. No.
Questo perchè le personestella brillano talmente forte, che una volta che siete entrati nella loro luce e che la loro luce vi è entrata dentro, è difficile non provarne nostalgia ed è impossibile non portarsi nel cuore un vuoto, un vuoto dolce e tremendo, per tutta la vita.

"Lo qué brilla con luz propria
nadie lo puede apagar
y su brillo puede alcanzar
la oscuridad de otras cosas..."
P. Milanés

Esto es para ti. Y tu bien lo sabes.

...

giovedì 24 dicembre 2009

Aspettando Babbo

E' bello avere nonancoraseianni e credere a Babbo Natale.
E' bello aspettarlo, fare il bravo, raccontare a tutti quello che si è chiesto a Babbo.
E' bello preparare lo spazio per i regali, la ciotola di latte per le renne e i biscotti, un mare di biscotti di diverse forme e gusti, per Babbo.
E poi andare a dormire dicendo "Per fare il bravo metto anche le ciabatte in ordine" e tuffarsi nel lettino tutto eccitato e farsi cantare la ninnananna con il sorriso stampato sulle labbra, pretendendo che venga citando anche Babbo nella ninna.
E' bello dormire con piena fiducia nel mondo, di un sonno assoluto e innocente, credendo ancora a Babbo Natale, alle renne e ai regali che magicamente compaiono.
Ma è anche bello stare dall'altra parte, sorridere di nascosto versando il latte e aprendo il barattolo dei biscotti, nascondere i regali per giorni, impacchettarli con carta che poi si deve far sparire, aspettare di mettere a letto il proprio bambino, cantargli la ninna e controllare se è in pieno sonno per mettere, piano piano, tutti i regali nel posto preparato.

Vederlo sorridere e sentire di amarlo con tutta l'anima è il regalo più bello che la vita mi abbia potuto fare.

giovedì 17 dicembre 2009

Sharm El Sheikitch

Ogni volta che torno a Sharm El Sheik da un lato non mi stupisco più di nulla e, dall'altro, rimango affascinata da tutto ciò che vedo.
Intendiamoci: mare, pesci, sabbia e alberghi 5 stelle a parte, Sharm fa schifo.
E' un posto commercialissimo, nato solo per il turismo, finto, fittizio e senza attrattiva alcuna al di là della vita da spiaggia. E' pieno di negozi tutti uguali, che vendono tutti le stesse cose, con negozianti che ti attirano con le stesse frasi nello stesso modo ovunque tu cammini. In confronto Rimini è la capitale europea della cultura!
Però Sharm ha un suo fascino, il fascino del "talmente kitch che diventa bello".
Infatti Sharmi è TROPPO, TROPPO in tutto: dalle fantasiose architetture delle hall degli alberghi ai centri commerciali rutilanti di luci, dalle cammellate nel deserto ai quad o alle piste di go-kart, dai turisti russi agli italiani, dai negozi di souvenir assolutamente inutili alle discoteche assurde.
E' come un grande paese finto, come un enorme "Truman Show" costruito per il turista medio in cerca di un po' di esotico (ma non troppo) e con la necessità di sentirsi ricco almeno una settimana l'anno.
A Sharm, in qualsiasi albergo tu vada, sempre e comunque sarai servito e riverito, i camerieri delle stanze ti faranno simpatiche sculture con gli asciugamani sul letto, in attesa della mancia, e ti aggirerai per il buffet, sempre esagerato, cercando qualcosa di commestibile, che, se sei un turista medio italiano, troverai solo ogni tanto, lamentandoti poi a casa che "come in Italia non si mangia da nessuna parte!".
Avrai la tua spiaggia, dove dovrai arrivare presto per prenotare la sdraio, a meno che tu non dia la mancia al ragazzo della spiaggia, che ci piazza sopra un bell'asciugamano la mattina alle sei.
Girerai per il centro di Naama Bay, alla ricerca del souvenir migliore: la testa di Nefertiti, una bella magliettina, un foulard scipito per danza del ventre (quelli belli costano!), delle spezie che non profumano più da mesi e così via.
Se sarai fortunato andrai anche a fare un'escursione organizzata, che pagherai fior di euro e che ti permetterà di stare ore ed ore in pullman a vedere qualcosa che se facessi una crociera sul Nilo vedresti in due ore.
Se sarai ancora più fortunato potrai fare la fighissima cammellata nel deserto, oppure rompere i coglioni ai beduini con i quad fatti andare a palla.
E, al massimo della goduria, potrai infilarti al Pacha, la discoteca di Smaila, dove anche lui fa qualche capatina, soprattutto nelle vacanze natalizie o estive.
E poi potrai goderti la visione di turisti di tutte le nazionalità e di tutti i tipi.
I peggiori sono i russi arricchiti, seguiti subito a ruota dagli italiani che si lamentano in coro della pasta che non è quella della mamma e del caffè che non è l'espresso del bardagigi; seguono poi i mediorientali (spesso arabid'arabia) con le mogli in burkini (quando va bene) che fotografano o filmano con i telefonini le turiste russe, e gli inglesi bevuti di birra dalla mattina alle 10.
Come dimenticare il paesaggio? Oltre al fantastico tramonto, si può godere della visione delle hall degli alberghi, nelle quali,spesso, ci potrebbe entrare tutta casa mia con giardino annesso. Sono piene di mancorrenti luccicanti, specchi, lucilucinelucette e banconi molto "in".
E tutto continuamente nuovo, in costruzione, sembra tutto fatto di plastica o di lego color beige venato.
Insomma...è un postaccio, ma talmente assurdo che, piano piano, ci si affeziona, come quella maglietta di tanti anni fa che è fuori moda, è kitch, ci si vergogna di averla messa, ma non si ha mai il coraggio di buttare.
Ti ci affezioni anche perchè i camerieri sono gentili davvero, soprattutto con i bambini, perchè si pensa che hanno le famiglie al Cairo, e le vedono pochissimo, e allora coccolano i tuoi figli come se fossero loro; ti ci affezioni perchè i modi di dire sono sempre quelli e se dici due-tre parole in arabo nessuno ti nega un sorriso; ti ci affezioni perchè pensi che questa povera terra violentata dal turismo almeno dà da mangiare a tante famiglie che altrimenti non avrebbero potuto sbarcare il lunario; ti ci affezioni perchè è lei, quella vecchia battona truccata da giovinetta, che mai ti delude e sempre ti inganna, perchè Sharm è Sharm ed è talmente troppa che diventa quasi bella, quasi sorriso, quasi un po' come casa.

martedì 15 dicembre 2009

Chi cerca trova

E cercando sul web quella del post precedente, ho trovato questa, che è PERFETTA per il mio umore odierno...

Viceversa

Tengo miedo de verte
necesidad de verte
esperanza de verte
desazones de verte.
Tengo ganas de hallarte
preocupación de hallarte
certidumbre de hallarte
pobres dudas de hallarte.
Tengo urgencia de oírte
alegría de oírte
buena suerte de oírte
y temores de oírte.
o sea,
resumiendo
estoy jodido
y radiante
quizá más lo primero
que lo segundo
y también
viceversa.

Mi è tornata in mente...

Táctica y estrategia

Mi táctica es
mirarte
aprender como sos
quererte como sos.

Mi táctica es
hablarte
y escucharte
construir con palabras
un puente indestructible.

Mi táctica es
quedarme en tu recuerdo
no sé cómo ni sé
con qué pretexto
pero quedarme en vos.

Mi táctica es
ser franco
y saber que sos franca
y que no nos vendamos
simulacros
para que entre los dos

no haya telón
ni abismos.

Mi estrategia es
en cambio
más profunda y más
simple.

Mi estrategia es
que un día cualquiera
no sé cómo ni sé
con qué pretexto
por fin me necesites.


Mario Benedetti

sabato 5 dicembre 2009

Sono anche soldi miei!

Telegiornale.
Sento che 750 milioni di euro vengono stanziati in Finanziaria per le missioni all'estero.
Scherziamo?
No, dico SETTECENTOCINQUATAMILIONI DI EURO PER LE MISSIONI ALL'ESTERO!!!
Ma che fate?
Ci pigliate per il culo?
Qua la gente non arriva a fine mese, non trova lavoro, i precari della scuola pregano solo che ci siano i soldi per pagarli e, in generale, la scuola italiana è ridotta al lumicino e voi stanziate 750 MILIONI DI EURO per le MISSIONI ALL'ESTERO???
Quei soldi sono anche miei, cazzo! E se poi volessi fare obiezione di coscienza alle spese militari mi mettono in galera!
Pensate ad assicurare alla scuola i mezzi, gli strumenti, le persone e, prima ancora, strutture non pericolanti per educare decentemente i nostri figli, prima di pensare di buttare nel cesso tutti quei soldi nelle missioni all'estero!!
Sempre la solita filosofia: qui va tutto di merda, ma all'esterno facciamo finta che vada tutto bene e facciamo anche gli sborroni a livello internazionale!
Che bravi!
Sai che c'è di nuovo?
Che la sinistra, come al solito, "si oppone" per modo di dire, non è nemmeno lontanamente indignata neanche la metà di quello che sono io!!!
Che novità, eh?
Oh, come mi piacerebbe che, nel 730, al posto delle caselline per destinare l'ottopermille alle varie chiesedelcazzo o religionidellaminchia, ci fosse una casellina dove SI TOGLIE IL FINANZIAMENTO ALLE SPESE MILITARI, magari intitolata "NON NEL MIO NOME!". E come vorrei che a quelle caselline fosse aggiunta una voce, di un settore che ha tanto tanto tanto bisogno dell'ottopermille, ma anche di molto, molto di più...la scuola italiana. Destiniamo l'otto per mille alla scuola italiana? Eh? Proponiamolo! Prima di doverlo destinare per le spese del suo funerale!!!

venerdì 4 dicembre 2009

Silenzio e silenzio

Silenzio è un'unica parola, ma, come molte altre, ha molti diversi significati.
C'è il silenzio della neve, di quando tutto è ovattato e non si sentono i soliti rumori e il silenzio della nebbia, dove tutto sembra scomparire, anche se piano piano poi riemerge ed è, dunque, un silenzio effimero.
C'è il silenzio degli esami, di quando c'è una verifica o un'interrogazione e qualcuno si sta concentrando o non sa la risposta, ed è un silenzio di tensione, di concentrazione, talvolta di panico e disperazione.
C'è il silenzio della scuola quando i bambini devono ancora arrivare, ed è bellissimo stare seduti alla cattedra a immaginare i loro visi e le loro parole che stanno per invaderti la mente. E c'è il silenzio della scuola quando i bambini sono usciti, che è più triste, ma solo un poco, perchè in quella giornata tanto si è fatto e vissuto e detto e cantato e pianto e riso che sembra giusto riposare fino al giorno dopo.
C'è il silenzio della morte, quello sì pieno di disperazione vera, e l'attimo di silenzio che viene prima del primo vagito della vita, pieno di gioia e aspettativa.
C'è il silenzio della tranquillità, di una casa in montagna dove non arrivano auto e solo poche persone a piedi, dove poco prima del tramonto tutto è pace. Oppure quello della casa di sera, quando i bambini sono a nanna e la televisione è spenta e ci si guarda sospirando e sorridendo di tenerezza, perchè le orecchie sono vuote di parole e storie e versetti e cartoni animati, ma si sa che domani si riempiranno di nuovo.
C'è il silenzio dell'amore, di quando si fa l'amore talmente presi e compresi che non esiste nemmeno la minima parola e quello dell'amore che si guarda e si capisce senza bisogno di voce.
C'è il silenzio della musica, di quello stacco tra due canzoni o di quella pausa in una canzone che rendono il tutto più godibile. C'è il silenzio della scrittura: quella riga lasciata vuota o quella pagina bianca che servono a far tirare il fiato nella storia e, a volte, a cambiare capitolo o argomento. O ancora quello dei film: il nero che lascia immaginare o l'immagine senza parole e suoni che crea forte emozione.
C'è persino il silenzio della cucina, di quando è tutto cotto, tutto pronto, tutto in attesa di essere servito e mangiato e chi ha cucinato guarda la sua opera con soddisfazione.
C'è anche il silenzio dell'attesa, di quando si aspetta qualcosa che dovrebbe venire ma non ce n'è traccia, non arriva, non torna e allora uno squillo, il trillo di un messaggino o il motorino del postino sembrano spezzare l'ansia e risollevare le sorti del mondo. C'è invece il silenzio dell'attesa di una notizia che non si vorrebbe arrivasse mai e allora tutti i suoni fanno sobbalzare, perchè non si vorrebbe sentirne alcuno.
C'è infine il silenzio delle cose perdute, di quelle che non tornano e parlano nascoste nell'angolo dove risiedono i ricordi, ma, purtroppo, non vanno oltre le stanze del cuore, nel mondo "di fuori", dove invece si avrebbe tanto bisogno di sentirle.
In queste giornate nella mia vita c'è silenzio.

Eccome.

domenica 29 novembre 2009

Beceroberluska

Le figure di merda internazionali non solo avanzano, ma si sprecano persino!!!
Ma che vergogna infinita!

venerdì 27 novembre 2009

Piccolo miracolo terreno

Come si fa a pensare di scrivere parole del genere e riuscire anche a metterle in musica in modo perfetto?
Ci vuole una dote innata per creare piccoli miracoli terreni!

"...je accepté le rencontre avec toi
nonostante orgogli
i tuoi baci mon paradis et mon enfer.

Notte e giorno s'incontrano sai
in quegli attimi che morirei..."

"Tancredi e Clorinda" di Nabil Salameh, Radiodervish, 2009

Musica e cucina

E'indubbio: il mio amante ideale dovrebbe essere un musicista o uno chef.
La musica e la cucina per me hanno un fascino davvero particolare.

Ritengo infatti dote inarrivabile prima di tutto capire come funziona il meccanismo della musica, come studio della stessa (di cui non ho mai capito nulla), poi, ancor più inarrivabile, la capacità di combinare note per costruire melodie sempre nuove. Assolutamente misteriose, poi, restano per me le capacità di destinare queste note ai vari strumenti e di armonizzarli insieme (quello che viene chiamato "arrangiamento") e l'abbinamento a queste note di parole precise e limpide che sulle note si adagiano come su un letto fatto apposta per loro.
Riesco invece, molto di più, a capire la magia e l'alchimia della combinazione dei singoli ingredienti in un nuovo piatto. Il fascino di odori e sapori mi intriga, ma, con gli anni, sono riuscita, almeno un pochino, a penetrare il sortilegio del loro accostamento per creare qualcosa di completamente diverso dalla somma delle parti.
Ciononostante, il lavoro dello chef resta per me una sorta di rito esoterico riservato a pochi iniziati: quello che può cucinare uno chef è sicuramente diverso dall'empirica gustosa accozzaglia di sapori azzeccati che posso produrre io. E' finezza, eleganza, equilibrio di sapori, odori, presentazione. E' perfezione.

Dunque...se incontrassi uno chef che sa suonare per lo meno la chitarra o un musicista che sa cucinare, beh, allora sarei finita, finita davvero.

giovedì 26 novembre 2009

Marocco-Brianza 1-0

Stamattina, cercando un po' d'Africa nella nebbia, sono andata in una macelleria islamica a Monza. Il macellaio, persona deliziosa, mi ha dato consigli su quello che volevo cucinare, mi ha proposto un'erba da mettere nel the oltre alla menta, è uscito dal bancone per portarmi le borse di persona, ha regalato un succo alla mia piccola e poi mi ha aperto la porta per farmi uscire con il passeggino.
Sono 12 anni che abito in Brianza e ho girato tanti negozi di tanti paesini e negozi vari di centri commerciali. Non mi è MAI capitata una cosa neanche lontanamente simile a questa!!! A parte il fatto che qui sembra che abbiano sempre tutti una gran fretta (di fare cosa e di andare dove poi proprio non lo so!), ma sembra anche che i negozianti ti facciano un favore a servirti. Se poi non hai moneta di solito ti fanno la faccia scocciata e un piccolo sconto, foss'anche 10 centesimi, NON te lo fanno mai.
Forse i negozianti brianzoli dovrebbero imparare qualcosa da quel macellaio, dalla sua piccola bottega e dal suo sorriso.
Un po' di cortesia e di semplice civiltà.

martedì 24 novembre 2009

Sorriso assoluto

Quando rientro in una stanza dove c'è la mia piccola, dopo essermi allontanata un attimo, lei mi fa un sorriso così luminoso, assoluto, puro e pieno di fiducia che non so se mi merito davvero come madre, ma che accetto come un regalo preziosissimo e inaspettato. Ogni volta.

Cuentame un cuento

...historia no acabada no se puede contar!!!

Unicorno blu

Oggi sarà una bellissima giornata, senza dubbio alcuno.
...ho aiutato qualcuno a ritrovare il suo unicorno blu e la cosa mi fa felice.



UNICORNIO

Mi unicornio azul ayer se me perdió
pastando lo dejé y desapareció
cualquier información bien la voy a pagar
las flores que dejó, no me han querido hablar.

Mi unicornio azul ayer se me perdió
no sé si se me fue, no sé si se extravió
y yo no tengo más que un unicornio azul
si alguien sabe de él, le ruego información
cien mil o un millón yo pagaré
mi unicornio azul, se me ha perdido ayer
se fue...

Mi unicornio y yo hicimos amistad
un poco con amor, un poco con verdad
con su cuerno de añil pescaba una canción
saberla compartir era su vocación.

Mi unicornio azul ayer se me perdió
y puede parecer acaso una obsesión
pero no tengo más que un unicornio azul
y aunque tuviera dos yo solo quiero aquel
cualquier información la pagaré
mi unicornio azul se me ha perdido ayer
se fue...

lunedì 23 novembre 2009

ILLUMINAZIONE!

Ho finalmente capito!
Stasera ho avuto un'illuminazione!
Ricordate la famosissima molletta verde delle Primarie del PD (vedi post "Primarie" del 25 ottobre)?
Ve ricordate la scritta?
Sulla quella bella mollettina verde c'era la scritta "Io ci tengo".
Ora, fino a stasera mi sono chiesta cosa voleva dire l'abbinamento molletta-scritta senza venirne a capo.
Io ci tengo al PD e tengo insieme le poche idee rimaste con la molletta?
Con la molletta io ci tengo su il partito? ...come a dire "lo appendo per le palle"...
Io ci tengo appesa in camera la foto di Berluska per giocarci a freccette?
Io ci tengo al programma del PD (a patto che capisca davvero qual è) e per ricordarmelo me lo appunto al bavero del cappotto con la molletta???
Niente di tutto ciò.
Una cosa più banale, ma molto, molto più pratica...

Con la molletta...

...IO CI TENGO SU LE BRAGHE, prima che riescano di nuovo a mettermelo in culo!!!

Ecco.

giovedì 19 novembre 2009

Ingombro

D'Alema non va a fare il Ministro degli Esteri Europeo...
Peccato, era un ottimo modo per toglierselo dai coglioni.

mercoledì 18 novembre 2009

Frecce dal passato

Ho due figli piccoli e dovrei essere proiettata al futuro. Certo, lo sono, per carità.
Però...non toglietemi il passato.
Il passato torna, filtrato ed edulcorato a volte, altre volte lucido e pungente, altre ancora grottesco e raccapricciante e torna e torna e torna.
Ma non potrei vivere senza passato. Quello che sono ora dipende dal mio passato e da come l'ho vissuto.
Ci sono cose che non vado fiera di aver fatto e ci sono cose che non vado fiera di NON aver fatto.
Ho la mia bella dose di rimorsi e di rimpianti, ma anche il mio bagaglio di soddisfazioni e di sicurezze di "aver fatto ciò che potevo", talvolta anche qualcosa in più.
A volte tornano piccole immagini del passato o un odore o un sapore o una frase o un verso. A volte queste piccole piccole frecce colpiscono duro e profondo e resto per un momento senza fiato. Ma poi passa e, comunque, non potrei vivere senza di loro, di qualsiasi genere esse siano.
Ogni volta re-inglobo queste frecce in me stessa e vado avanti, cosciente che solo voltarmi per un momento indietro mi permette di riconoscere un pochino la strada che ho ancora davanti.

martedì 17 novembre 2009

A proposito di lettere...

...e questa, come sa il mio migliore amico, voglio che la facciate risuonare il giorno che morirò.

"Lettera" del Maestro Francesco Guccini

Lettera

Da tanto non scrivevo una lettera per il gusto di farlo. Non una lettera di lavoro, nè una comunicazione di qualche tipo, solo una lettera e basta.
E da tanto non scrivevo a mano: ormai scrivo con il PC a volte anche la lista della spesa (giuro, l'ho fatto!).
Invece ieri e oggi ho messo mano all'opera e ho riempito tre fogli fitti fitti, in tutto sei facciate di pensieri e parole, riflessioni ed emozioni. Ed è stato bello, davvero, bello come quelle cose che non fai da tanto e che, quando le fai, dici "Aaah, ma potevo anche rifarlo prima eh!".
Non è una lettera dai grandi contenuti o che riflette sui massimi sistemi, ma è incentrata sulla voglia di comunicare e condividere..."compartir" direbbero i sudamericani.
Però sono contenta di averla scritta, e di aver impiegato un po' del mio tempo nel farlo. Mi fa stare bene, mi fa sentire libera, e, soprattutto, mi fa accorgere di aver ancora un cervello che, a volte, funziona.
E, di questi tempi, per me, non è poco.

lunedì 16 novembre 2009

Amen!

Stasera è arrivata la letterina della parrocchia: il prete ha iniziato il giro natalizio (NATALIZIO???? A metà novembre??? Gesù deve aver fretta di nascere quest'anno!) di benedizione delle case con relativa questua.
Passeranno nella mia via, guarda caso, proprio nella settimana in cui sarò in vacanza a Sharm El Sheik.
Sonoro ghigno di soddisfazione!!!

Pensierino del risveglio

Voglio tornare nei miei sogni.
Lì, almeno, ti vedo.

domenica 15 novembre 2009

C'era una volta

Conoscevo, una volta, un gruppo di musicisti davvero in gamba.
Me li aveva fatti sentire e amare un mio amico infilando un paio di cassettine nell'autoradio.
Avevano iniziato anni e anni fa come cover band. Poi, piano piano, hanno cominciato a fare pezzi loro, sempre più belli, sempre più orginali, qualcuno davvero geniale. Li ho amati così tanto da farli ascoltare a tutti, li ho persino "proposti" (o "imposti"???) ai miei alunni e alle colleghe e sono stati da tutti apprezzati moltissimo.
Nei loro concerti, pur essendo loro solo in tre, si creava una magia davvero fuori dal comune, sia per i testi che per la musica, suonata magistralmente, ma, soprattutto, e non temo di essere retorica nel dirlo, con il cuore.
Purtroppo è diverso tempo che questo gruppo ha trovato un modo per guadagnarsi da vivere che relega la musica a comparsa, a sfondo, a scenografia suonata.
Tutto questo non mi piace, li vorrei di nuovo come erano, vorrei che suonassero, perchè sono pochi in Italia, al giorno d'oggi, a saper suonare cose di quel livello e in quel modo.
Ma è solo un mio desiderio, che non influenzerà nessuno, perchè ovviamente ognuno fa le sue scelte.
E poi, diciamocelo, per dei musicisti portare a casa la pagnotta non è così facile, soprattutto in tempi di crisi!!
Peccato, però.

lunedì 9 novembre 2009

La carrucola

Stasera "Miserabili" su La7.
Intanto godiamoci questa!!!

domenica 8 novembre 2009

Quattronovembregiornatadelleforzearmate

Ieri, andando in giro per la città, ho visto tanti tanti tanti tanti grossi manifesti con la scritta "4 Novembre, giornata delle forze armate - Grazie Ragazzi".
Oggi mi sono cuccata un altrettanto fantastico e grandioso spot in televisione.
Non bastavano le solite parate militari di rito, anche questa fossa di populismo si doveva toccare!
Tutto questo realizzato con i nostri soldi, i soldi delle tasse che NOI paghiamo e che vengono usate per esaltare le forze armate.
E se io non fossi d'accordo che i miei soldi vengano utilizzati in questo modo assurdo?
Magari potrei proporre qualcosa di altrettanto folle? Che so...la giornata nazionale della maestra di scuola elementare...ops, pardon, della docente di scuola primaria di primo grado!
Sì, una bella giornata in cui le maestre sfilano per le strade con carretti pieni di quaderni da correggere, di lavori da preparare, di registri da compilare, di verbali assurdi di riunioni assurde, di verbali di colloqui con genitori ancora più assurdi (i genitori ed i verbali conseguenti!), di relazioni su questo o quell'alunno da presentare a questo o quel centro psicologico, di andate a scuola con l'influenza per non perdere quei 4 soldi che ci danno e così via.
Sì perchè anche io mi faccio il culo triplo al lavoro, mi viene un fegato tanto e guadagno almeno 3-4 volte meno di un militare.
Ah, in più, se morissi sul lavoro, col cazzo che mi darebbero la medaglia e direbbero che sono un'eroina nazionale!

Pura meraviglia

Grazie all'infinita bontà di un amico a cui ho "mollato" i figli, sono riuscita ad andar a vedere il concerto dei Radiodervish.
Ho assistito ad un'ora e mezza di meraviglia pura ed assoluta.
La voce di Nabil Salameh è una coperta calda e avvolgente, che ti trasporta, come un tappeto magico, fuori dal tempo e dallo spazio, ti ricopre, ti culla, ti coccola, ti penetra fino in fondo al cuore, al cervello, alle ossa.
E' di una profondità senza eguali, di un'espressività infinita che viene accompagnata da tutto il corpo, in un crescendo di emozioni.
E fai così un viaggio tutto terreno e umano, grazie a suoni di perfezione estrema che è raro percepire in altro luogo e tempo.


"Ma se è amore perdonami,
perchè unendo divido
anche il mondo a metà,
forse è un angelo che
si diverte così..."

mercoledì 4 novembre 2009

Appellativi automatici

Stasera ho fatto una telefonata che mi girava in testa da tempo di fare, ma non avevo la voglia, il coraggio, il tempo, l'alibi di fare. Stasera l'ho fatta e ho trovato una segreteria telefonica. Ho lasciato il mio bravo messaggio, più sul faceto che sul serio, sdrammatizzando prima di tutto con me stessa. Poi ho messo giù. Stavo uscendo, ero in macchina e di lì a poco avrei incontrato delle persone. Ho ripensato al fatto che nel messaggio che avevo lasciato, avevo detto che ci saremmo sentiti un'altra sera, un'altra volta...no, perchè non volevo che la persona in questione richiamasse stasera, stavo uscendo, per l'appunto, e volevo parlarle con tranquillità, non tra una chiacchiera e l'altra. Poi, improvvisamente, mi sono resa conto di una cosa: nel presentarmi, nel messaggio lasciato, non ho detto il mio nome. Mi sono presentata con un appellativo. Un appellativo particolare, utilizzato da questa persona e basta. E questo mi ha fatto riflettere. A volte pensi che certi legami siano più sottili e leggeri. Saltuari.
Invece, appena ci rimetti mano, ti tornano addosso e ti impregnano di nuovo come se non li avessi mai lasciati, come se li avessi coltivati piano piano, giorno per giorno, tanto che vecchie consuetudini, come quella dell'appellativo, ti tornano in automatico. Ti tornano e ti suonano intime, personali, una nicchia in cui cullarti e consolarti e scaldarti e coccolarti.
E allora, inevitabilmente, ti chiedi come sarebbe stato se quel rapporto, anzichè lasciarlo diventare saltuario, l'avessi davvero coltivato giorno per giorno, momento per momento, con cura e attenzione.

Come sarebbe adesso la nicchia?
Ma, soprattutto, dove?

E con chi?

venerdì 30 ottobre 2009

A proposito di mancanze...

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.


Nazim Hikmet

Beyond the sea

In certi momenti ti trovi come sospesa, ad aspettare qualcosa che doveva arrivare e non è arrivato e che non arriverà mai. In perenne attesa, come su una banchina della stazione o sul molo di un porto o al gate di un aeroporto. Il tuo cuore è come fermo e la tua anima come appesa ad un filo. Sai che alla tua vita manca un pezzo e che non potrà mai essere colma del tutto. Basta una canzone, una frase, un'immagine a ricordarti che c'è un vuoto che sembra davvero incolmabile. Ti chiedi se si colmerà mai, almeno per qualche attimo di assoluta pienezza in beatitudine, e, a volte, pensi di sì, la maggior parte delle volte ti rendi conto che no, non è proprio possibile. E in quei giorni fai tutto come programmato: figli, casa, lavoro, incombenze quotidiane e infine a letto. Dove quel pezzo di vuoto si fa grande e ti assorbe. Allora ti rifugi in quell'angolo del cuore dove c'è una stanza piccola piccola che non dividi con nessuno. E in quell'angolo di cuore ti addormenti, sperando che, il giorno dopo, il vuoto torni dal luogo dove solitamente si trova e dal quale normalmente non ti molesta, e che tu possa ricominciare la tua vita come tutte le altre volte, percependolo appena appena, come una cicatrice minuscola e ormai sbiadita.

giovedì 29 ottobre 2009

Scomposizione

Quello che mi stupisce, ogni volta che faccio una lezione di danza del ventre, è la capacità di questa danza di mettere in moto ogni parte del corpo.
C'è un'assoluta incredibile forma di magia nel fatto che il corpo viene sezionato, scomposto nelle sue minime parti, che, piano piano, con un po' di allenamento, vengono fatte muovere singolarmente, lasciando fermo tutto il resto. E si scopre che il corpo, grasso o magro, alto o basso chissssssenefrega, è bellissimo, una macchina perfetta fatta di piccoli ingranaggi che funzionano anche da soli e creano poi un effetto strepitoso se movimentati in sequenze più o meno prevedibili.
In questo sta la bellezza e l'eleganza di questa danza: non tanto nell'essere più o meno sensuale, ma nell'esaltare in pieno ogni componente del corpo umano nella sua specificità e mobilità.
Altro che quelli che la pensano come un mero scuotimento di seni e sederi!!!

Miserabili con Marco Paolini e i Mercanti di Liquore

Doveroso riportare questa, che mi è arrivata tramite la newsletter dei Mercanti di liquore.

MARCO PAOLINI TORNA SU LA7
IN DIRETTA DA TARANTO CON “MISERABILI”

Domenica 8 e lunedì 9 novembre, un luogo straordinario della Puglia ospita il racconto che parla di economia, identità, mercato.

Uno spettacolo fatto di parole, immagini, suoni, suggestioni.
Un evento straordinario che riporta sul palcoscenico di LA7 Marco Paolini, protagonista con i Mercanti di Liquore di "Miserabili. Io e Margaret Thatcher".

Un racconto in forma di ballata - fatto di monologhi, canzoni e brevi narrazioni - sulla metamorfosi della società italiana (e non solo) a partire dagli anni ’80 fino ad oggi.

Lunedì 9 novembre alle 21.30 Jolefilm proporrà lo spettacolo di Marco Paolini in diretta dal porto di Taranto, un luogo dal fascino straordinario che per la prima volta viene aperto al grande pubblico. Lo spettacolo sarà in scena nell’area Terminal Container. Tutte le informazioni sull’evento e le istruzioni per partecipare alle serate si possono trovare sul sito www.marcopaolini.info. Trattandosi di un’area sotto custodia doganale si segnala fin d’ora la
necessità di prenotarsi per tempo.

Vi aspettiamo numerosi!

Marco Paolini e i Mercanti di Liquore

martedì 27 ottobre 2009

Rutelli e il Pd

Rutelli dice di volersene andare dal PD.

Beh, che dire?
Ciao ciao, e portati via pure la Binetti.
Grazie.

Duemilaesitazionisbocciano/stai-con-me

Stanotte sono venuti a farmi visita i fantasmi - abbastanza fastidiosi - di un lontano passato che non rimpiango. Così questa è tornata prepotente a rimbombare...
(cliccare sulla foto per farsi male!)

Dentro I Miei Vuoti @ Yahoo! Video

lunedì 26 ottobre 2009

Pappe e ora legale

La mia pupetta stamattina si è svegliata alle sette meno dieci. Alle sette e trenta reclamava ad altissima voce il suo biberon, che ha trangugiato in pochi minuti.
A mezzogiorno meno un quarto era già tutta urli per la pappa, che ha divorato in un tempo record - cosa che non succedeva da tempo - e gettandosi in avanti su ogni cucchiaino - cosa che non era successa mai.
Non mi illudo che si apra una nuova era, quella delle pappe rapide e indolori, senza urli e senza pianti e mangiate per più di due terzi.
La spiegazione è molto più semplice: la pupa non è ancora settata sull'ora legale. Appena si riprogrammerà la pacchia sarà finita!!

domenica 25 ottobre 2009

Un figlio dell'epoca

Stiamo per uscire a vedere una mostra di foto. Espone anche un nostro amico e mio figlio chiedeva se lo avremmo visto. "Certo, è lui che oggi tiene aperta la mostra!". "Ah, mamma, allora scommetto che agli altri farà pagare l'ingresso e a noi no!"...
...mi chiedo da chi abbia imparato certi ragionamenti...
Poi mi dico che è semplicemente un figlio di questo tempo.
E spero di continuare a remare contro, tutti i giorni, dalla mattina quando si sveglia alla sera quando va a letto.
Spero!

Primarie

Stamattina ho fatto il mio bel dovere da brava cittadina di sinistra. Sono andata a votare alle primarie. Ero molto indecisa sull'andare o meno. Uno dei miei vicini di casa, molto premurosamente, aveva messo l'invito a votare nella mia casella delle lettere, addirittura mettendoci su il nome mio e di mio marito. All'ultima mi sono detta che era un segnale: c'era qualcuno, anche solo uno su tutta l'Italia, che pensava che il mio voto fosse utile. Così ho preso e sono andata, se non altro per rispetto nei confronti di chi si era preoccupato che postessi esprimere la mia opinione, cosa che, di questi tempi, non è poi così scontata.
Insomma, mi è stata data una possibilità, perchè non sfruttarla allora?
Quindi, piccola in braccio, marito e figlio "grande" al fianco, sono entrata nel seggio. Mio figlio è stato da subito interessato alle fantastiche mollette di legno verdi con su scritto "Io ci tengo" e le lumava già prima che ce le dessero. La gentilissima signorina al seggio gliene ha anticipata una prima ancora di dare a me le schede e lui deve aver di sicuro pensato che questa cosa che stavano facendo mamma e papà, in fondo, non era poi così male. Poi ho preso le mie schede e la mia bella matitina e sono andata a votare. Ho fatto un sospiro così profondo che pure la tipa del seggio si è voltata. E' che ho votato senza crederci davvero, come quando vai a fare un vaccino per andare in un paese estero: lo fai perchè te lo consiglia il Ministero della Salute, il tuo medico e anche il buon senso, ma mica ci credi che ti faccia bene quella roba che tanto nel periodo in cui vai tu e nella zona in cui vai tu quella data malattia non colpisce più di tre casi l'anno!! Ecco, ho votato con quello spirito. Lo spirito di chi è disilluso, di chi non ci crede più, di chi non pensa che, tra i tre moschettieri, ci sia l'uomo forte davvero, quello che trascina le folle! Ho messo la mia crocetta, senza alcuna fiducia, davvero, turandomi il naso per scegliere quello che AL MOMENTO (e quando dico al momento, intendo IN QUEI POCHI SECONDI!!!)mi sembrava il meno peggio. Quanto vorrei svegliarmi domani e vedere che uno dei tre candidati, non importa che sia quello che ho scelto io o meno, si alzi e dica qualcosa come:
- basta pugnette, adesso si fa come dico io e cerchiamo di non perdere la faccia l'ennesima volta;
- il colore della carta igienica per il partito lo decido io e non tollero altre discussioni in merito!,
- tutti quelli che si sentono troppo di centro vadano a cagare e senza permettersi di usare la carta igienica di cui sopra!;
- quelli che sono di sinistra come lo è D'Alema (che, secondo un mio amico, ha la tessera del PDL) vadano in barca a vela e si tolgano dai coglioni!;
- tutti quelli rimasti cerchino di scendere velocissimamente a compromessi con la realtà: dobbiamo decidere in fretta cosa fare e farlo subito e bene, chi non è d'accordo può andare a scavallarsi la minchia da un'altra parte!
Ovviamente sto parlando di qualcosa che rasenta la fantascienza, non tanto per il linguaggio (la destra, negli anni, ci ha abituato a ben di peggio), quanto per la sostanza. Ed è pure una fantascienza di serie B, e pure un po' ridicola, tipo "Mork e Mindy".
Domattina mi sveglierò e sarà tutto come prima, se non peggio: un leader nuovo o vecchio che non sa fare il leader, un partito tutto da ri-costruire, un milione di accordi da trovare su un milione di cose in fondo non così fondanti, con il paese sempre più in mano a Nani, Ballerine e Buffoni.
Quando sono uscita dal seggio, ho detto a mio figlio di conservare le due mollette che, dopo il voto di mamma e papà, gli avevano dato, perchè erano importanti. "Perchè?" "Perchè ricordano di quando mamma e papà sono andati a votare per cambiare un pochino in meglio le cose in Italia". So che lui ha una memoria assolutamente paurosa, ma spero che NON si ricordi di questo giorno che per poco tempo, e comunque non fino all'età in cui potrà chiedermi, e a ragion veduta: "Mamma, ti ricordi quella volta che sei andata a votare e mi hanno dato le mollette verdi? Ti ricordi? Beh, ora me lo spieghi cosa avete cambiato un pochino in meglio in Italia?".

giovedì 22 ottobre 2009

Ho appena visto il Tiggì!

Ho appena visto il Tiggì e mi sono venuti un po' i nervi, come al solito. A parte quando ho visto Mastella, che, in questo caso, è un vero comico! In ogni caso, questa qui sotto ci sta sempre bene!

Sparare merda

Odio chi spara merda sulle cose senza conoscere i fatti esattamente, senza esaminarli con la dovuta accuratezza o avendo avuto da chissachichissacome delle informazioni distorte che non si fa scrupolo di divulgare ai 4 venti con dovizia di particolari aggiunti e inventati.
E odio ancora di più chi ti telefona per conferma: "Ma è vero che...?".
No, non è vero, siete solo un bel clan di pressapochisti che non si fanno mai i cavoli propri. Dovete stare attenti: può capitare che la merda che sparate vi ritorni indietro, anche solo sotto forma di schizzetti.
Peccato, proprio voi che vi spacciate per gente onesta, retta e corretta. Ma si sa, chi si proclama trasparente, spesso ha un cuore di opacità dal quale è meglio stare lontani. Il più possibile.

Radiodervish

Il 16 ottobre è uscito il nuovo album. Sul loro sito ci sono già alcune date di prossimi concerti!

Buon pomeriggio mondo!

Buon pomeriggio mondo!
Finalmente la pioggia ha lasciato spazio ad un po' di sole e il mio umore ne ha risentito in maniera positiva.
E' che mi sto stufando di tutto, davvero, di molte molte cose...
Un breve elenco?
Dei chili in più che non so da dove arrivino, visto che non mangio quasi un cazzo (e per me mangiare è fondamentale!) e non se ne vanno.
Della poca voglia di guardarmi allo specchio, tanto che quando ci capito per caso davanti a volte mi saluto anche, visto che era tanto che non mi vedevo.
Degli amici che hanno milioni di cose da fare e non chiamano mai, non ti chiedono mai di vederti, anche se tu con una casa, un marito e due figli, di cui una piccola, magari hai meno possibilità di loro di avere tempo libero, ma lo troveresti comunque, e l'hai sempre trovato, anche in mezzo a lavorolavorolavoro, trasloco, casadasistemare, genitoridasopportare e via discorrendo.
Della poca voglia di fare qualsiasi cosa, compresa danza del ventre e tutto quello che prima mi piaceva.
Dell'autunno che sta arrivando.
Delle piccole cose che se possono andare storte, ci vanno.
Del dover incastrare mille parole, mille intenzioni, mille pensieri come in un puzzle dove i pezzi non son ben profilati.
Del fatto che vorrei andare ad un concerto, ma sicuramente la carovana che ho messo in piedi non conterrà nessuno e alla fine me ne starò a casa davanti al solito film.
Di Feisbuc, che contiene solo notizie su quiz idioti con risultati idioti di persone che credevi più intelligenti, o condivisione di link a gruppi come "Per tutti quelli che dormono a destra su cuscino" o "per tutti quelli che mettono la mutanda a stelline" o ancora "per tutti quelli che misurano i millimetri di Nutella che spalmano sul pane per vedere se basta".
E allora, visto che sono stufa di tutto, ho provato a mettere su un blog, chissà che mi tiri su di morale.
Magari abbatterà voi...ma questo non è un mio problema...è sufficiente non leggermi!
Baci e abbracci
Nonna Benassi