E'indubbio: il mio amante ideale dovrebbe essere un musicista o uno chef.
La musica e la cucina per me hanno un fascino davvero particolare.
Ritengo infatti dote inarrivabile prima di tutto capire come funziona il meccanismo della musica, come studio della stessa (di cui non ho mai capito nulla), poi, ancor più inarrivabile, la capacità di combinare note per costruire melodie sempre nuove. Assolutamente misteriose, poi, restano per me le capacità di destinare queste note ai vari strumenti e di armonizzarli insieme (quello che viene chiamato "arrangiamento") e l'abbinamento a queste note di parole precise e limpide che sulle note si adagiano come su un letto fatto apposta per loro.
Riesco invece, molto di più, a capire la magia e l'alchimia della combinazione dei singoli ingredienti in un nuovo piatto. Il fascino di odori e sapori mi intriga, ma, con gli anni, sono riuscita, almeno un pochino, a penetrare il sortilegio del loro accostamento per creare qualcosa di completamente diverso dalla somma delle parti.
Ciononostante, il lavoro dello chef resta per me una sorta di rito esoterico riservato a pochi iniziati: quello che può cucinare uno chef è sicuramente diverso dall'empirica gustosa accozzaglia di sapori azzeccati che posso produrre io. E' finezza, eleganza, equilibrio di sapori, odori, presentazione. E' perfezione.
Dunque...se incontrassi uno chef che sa suonare per lo meno la chitarra o un musicista che sa cucinare, beh, allora sarei finita, finita davvero.
Quarantasettembre.
5 settimane fa
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