Mi hai chiesto, tempo fa "E il post del 7 aprile?"
Ti ho risposto solo "L'ho scritto il 7 aprile", sottintendendo che sapevi benissimo cosa era successo in quei giorni.
Ora non posso fare altro che ribadire quanto scritto il 7 aprile, e rinnovarlo tale e quale, perché tu hai di nuovo fatto le stesse cose.
Io no, io non ho detto tante parole inutili come l'altra volta, non ho colpito con cattiveria, non ho esagerato passando dalla parte del torto.
Io ti ho solo detto che a me non andava bene, ma ti ho teso la mano, eccome se te l'ho tesa.
Hai preferito scappare, ancora una volta: D'altra parte ti sei sempre definito e ti definisci orso e pavido e, mi duole ammetterlo, mi sa che avevi ed hai ragione, visto che sei corso a rifugiarti nella tua tana e non hai nemmeno preso in considerazione la possibilità di trovare, con me che ti offrivo aiuto, un modo per cambiare.
Sto male, davvero male, come ti ho detto: "A stare senza te, starei peggio che a farti capire quando ti comporti in modo sbagliato".
Non mi hai voluto ascoltare e, in modo egoista, hai preferito andartene, tanto di come potessi stare io, in quel momento e/o in futuro, mi sa che ti frega proprio poco.
Ti ho anche detto che non mi sembrava corretto che ti cercassi sempre io, che era troppo "comodo" per te, che avrei voluto uno sforzo in più.
Forse anche questo ti ha dato molto fastidio, perché dipende molto da quanto uno ci tiene alle persone e da quanto sforzo vuol fare per tenersele vicine, non perché siano sempre loro ad avvicinarsi.
Che io tenessi più a te di quanto tu a me, lo davo per scontato, assolutamente, ma mi sa che ti ha dato fastidio lo stesso sentirmi dire quelle cose, anche considerando che tu professi di essere quello che, dagli altri, "non si aspetta nulla, tutto ciò che arriva è un regalo". Ecco, dunque, fai anche tu il regalo di cercare gli altri, una volta ogni tanto, al posto, invece, di "non stare" ad aspettare, gratificato dal fatto che ti cerchino.
Tu hai dunque scelto di scappare, di allontanarti per non fare male.
Bene, è una tua scelta.
A me, però, vien da dire che non è la migliore che tu potessi fare.
Il mondo non è perfetto, le persone non sono perfette, non fanno e non dicono quello che tu vorresti facessero e dicessero, hanno tutto il diritto di essere loro stesse e non devono pesare le parole e i gesti ogni volta che si rapportano a te, per "timore" delle tue reazioni insofferenti ed intransigenti.
Non è giusto, né per loro, né per te, che verresti a crearti intorno solo persone che siano a tua immagine e tuo piacimento, ma false.
Venire a patti con il mondo, come dovresti imparare a fare, non è facile, ma forse ti permetterà, un giorno, di non essere più così solo, perché non è soltanto bevendo insieme che ti si stringono attorno i veri amici o i veri affetti, ma facendo uno sforzo per starsi vicino e sorridersi dopo essersi detti la verità.
E allora ti auguro davvero del bene, ma ti ribadisco e rinnovo il mio "Ciao": clicca, leggilo e, se ne hai voglia, facci su un piccolo pensiero.
Quarantasettembre.
5 settimane fa