venerdì 2 febbraio 2018

Piangere sugli anni versati

Finalmente, dopo tanto peregrinare di messaggi e ricerche, sono riuscita di nuovo a passare una serata con un'amica.
E le serate con le amiche, quelle vere, sono taumaturgiche.
Sono quelle volte in cui ti trovi a parlare, in ordine sparso:
- di un amore potente di cui non parlavi da anni e di cui mostri foto e ti viene detto "Ahppperò!";
- di cosa hai fatto il giorno del tuo matrimonio di cui mostri foto e ti viene detto che avevi una faccia da brava ragazza che hai fatto molto bene a toglierti;
- di quanto eri magra 22 anni fa e ti viene detto che quella faccia smunta e scavata non ti stava un cazzo bene e che stai molto meglio adesso con quella decina di chili in più;
- di quanto uno possa essere diverso da una foto ad un'altra e che uno può sembrare anche figo in una foto, ma nell'altra fa improvvisamente ridere e non ce n'è proprio;
- di "come ci siamo ridotte" con sguardo di rammarico verso i figli e di desolazione di fronte alla tisana e alle torte al cioccolato (ben 2!) che avete davanti, che, in quel momento, sembrano pallide imitazioni delle cazzate fatte "nel tempo che fu";
- del fatto che - in futuro - per avere un figo sudamericano (colombiano, per la precisione), lo sceglierete come badante da un catalogo;
- del fatto che il medioevo non è mai finito, se la gente si sente in dovere di farti battute idiote appena accenni ai cazzi tuoi;
- delle deficienze presunte ed effettive nei confronti dei figli e di se stesse;
...e via discorrendo.

Però, improvvisamente, in questa sequela di cose apparentemente piene di rimpianti, senti che, in fondo, a 46 anni, non stai mica piangendo così tanto sugli anni versati, ma anzi, che sei viva, più viva che a 26 o a 36, perché più cosciente di tutto: del tempo che passa, dei figli che crescono, delle parole che pesano, dei silenzi che pesano ancora di più, delle immagini che restano su carta o nel cuore, dei sapori, degli odori, dei colori, delle canzoni, dei libri, delle poesie, delle serate da quindicenni (perché sono le più belle), di quello che puoi tenere stretto, di quello che puoi lasciare andare, di quello che devi lasciar andare, del tuo mondo, di ciò che devi conservare con cura e di ciò che devi cambiare, del cervello che deve prendere aria e stimoli, della pace che si raggiunge solo non invecchiando mai nell'anima.

Non ti senti vecchia-depressa-frustrata.
Ti senti solo serena e sorridente.
E ironica, oooooh, se ti senti ironica.
E, da sempre, l'ironia ti salva la vita.

A te, a noi, cara Amica Lara, con l'augurio che non ci restino  [che pochi] rimpianti.




Faber, perdonami se ultimamente ti tiro sempre in ballo.

"...e poi e la gente sa
e la gente lo sa 
che sai suonare
suonare ti tocca
per tutta la vita..."

(e pure persino di più da morto...)



1 commento:

  1. Hai ragione Cara! Qualcuno tempo fa mi diceva "meglio rimorsi che rimpianti". Non aveva poi tanto torto. Comunque per avere 46 anni e qualche chilo in più di 20 anni fa, siamo due belle donnine, soprattutto siamo due belle donnine con una gran bella testa, e quella ti salva sempre. Grazie per le risate amica mia e anche per le tisane. Alla prossima

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