domenica 4 febbraio 2018

Che Guevara - Tu y todos



La figura del Che mi ha sempre affascinato.
Certo, dalle sue immagini, per i suoi occhi magnetici, per il suo sorriso aperto e per quella profondità d'espressione che poche persone hanno.
Ma, soprattutto, per la sua storia, per la sua integrità morale, per l'aver sempre mostrato la coerenza nella difesa delle frange più povere dell'umanità.
Coerenza che lo ha contraddistinto fino alla fine, fino all'ultima  (mi vien da dire inutile, ma non lo farò per non disonorare la sua memoria) lotta.
Il senso di ingiustizia nasce da piccoli, si sviluppa da adolescenti, matura da giovani e si incancrenisce da adulti.
Si incancrenisce, perché, spesso, non si riesce a far corrispondere ad esso un'azione reale e continuativa contro l'ingiustizia che ci si vede attorno e perché la nostra stessa debolezza ci fa essere continuamente incoerenti e in lotta con noi stessi.
Tanta più ammirazione, allora, per quest'uomo che ha davvero fatto della coerenza di ideali il faro della sua non-vita, che è risultata più vita di milioni delle nostre, chiusi nelle nostre case o fuori a sostenere mille piccole meschine battaglie per la vittoria del nostro ego.
Certo, la lotta armata è una scelta estrema, che non potrò mai condividere a livello personale, però gli ideali, gli ideali puri e splendenti, quelli non posso non ammirarli e non avere rispetto per chi ha cercato, fino alla fine, di tradurli in realtà.
Ho pianto a Cuba davanti alla sua tomba, a quella stellina di luce proiettata nel buio, davanti al suo giubbotto e al suo basco, travolta dall'emozione di trovarmi di fronte ai cimeli di un mito.
Mi sono emozionata oggi, molto, alla mostra "Che Guevara - Tu y todos" che ripercorre la sua vita e il suo operato da diversi punti di vista. Una mostra possente, a tratti "pesante", piena delle contraddizioni di un mondo diviso in due blocchi e della purezza delle idee di questo omone argentino.
Sono contenta che la città di Milano gli abbia dedicato questa mostra, ne abbia omaggiato la memoria, la vita, la lotta.
E sono fiera di averci portato mio figlio, se non altro per dimostrargli che l'ingiustizia va combattuta, anche a costo di soffrire dentro e fuori, perché l'essere vigliacchi e il girar la testa dall'altra parte porta solo al disprezzo di noi stessi.
E dunque...Hasta siempre, comandante!


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Il link della mostra è questo.


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