Io che mi dico: "Sono tranquilla, le cosa vanno come devono andare."
E sono tranquilla e serena davvero.
Per parecchie ore.
Poi, però, si insinua il dubbio.
Perché gestire una cosa (quasi) nuova è più complicato di quello che immagini.
"Ci sono nuvole in certe camere
e meno ombrelli di quel che pensi".
Non è che sia complicato in sé, lo è nella mia testa.
Nella mia testa c'è sempre il cosafaccioadesso, il cosadicoadesso e, soprattutto, il cosapenseràquellapersonaadesso.
Il cosapenseràquellapersona adesso mi frega, sempre e comunque.
Ho 46 anni e dovrei sapere, ormai, che, nel senso comune:
- qualche volta bisogna infischiarsene di cosapenseràquellapersonaadesso;
- si sopravvive benissimo anche senza sapere cosapenseràquellapersonaadesso;
- si può agire a prescindere da cosapenseràquellapersonaadesso;
Questo, però, vale per la gente in generale.
Per me, soprattutto se a quella persona ci tengo, vale:
- preoccuparsi di aver perso una parte di stima nel cosapenseràquellapersonaadesso;
- viceversa, preoccuparsi che il cosapenseràquellapersonaadesso porti ad avere aspettative troppo alte nei miei confronti, io che rivendico la mia cercata immaturità in certi momenti;
- preoccuparsi di aver rispetto della persona che ho davanti e che il cosapenseràquellapersonaadesso in qualche modo la faccia stare male, soffrire, rimanere delusa;
- conseguentemente agire e camminare sulle uova andando per pre-giudizi, pre-supposti e pre-visioni in base a quello che io credo sia il cosapenseràquellapersonaadesso.
Però in 46 anni di vita una cosa l'ho imparata.
Quando mi assale il loop del cosapenseràquellapersonaadesso posso fare una cosa, che ancora mi costa molto cara sia mentre penso di farla che mentre la faccio, ma che è l'unica cosa sensata e utile da fare: chiedere a quella persona che cosa pensa DAVVERO adesso.
E ho imparato anche che prima trovo e metto in ordine le parole per chiederlo e prima lo faccio, meglio sto.
Perché, qualunque sia la risposta che otterrò (maggior disistima, maggior stima, possibile mancanza di rispetto o conferma di percezione di rispetto da parte dell'altra persona) mi porterà a sapere come agire più avanti senza pre-giudizi, pre-supposti e pre-visioni inutili e angoscianti.
Oggi ho preso in mano il telefono e ho fatto questa cosa per me stessa: ho chiarito ad una persona che cosa penso io e ho saputo checosapensaadesso.
Ora sto bene: ho rimesso in ordine cose, azioni, parole e sorrisi. Soprattutto i sorrisi.
Quarantasettembre.
5 settimane fa
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