Guardo la mia bambina e il mio bambino, belli, sorridenti, vivaci, allegri, affettuosi e, soprattutto, sani.
E penso a quanto poco ci sarebbe voluto, mentre nuotavano ignari nella mia pancia, a interferire con la perfezione della creazione e della crescita del loro corpo e della loro mente.
Una briciola, una briciola appena, minuscola e apparentemente insignificante, di distruzione e tutto sarebbe stato assai diverso.
Non so cosa avrei fatto se non fossero nati sani come sono.
Non so dove sarebbe andata la mia mente, in quali recessi e profondità di disperazione si sarebbe rifugiata.
Già solo alcuni prelievi che mio figlio ha dovuto fare fino a 9 mesi mi hanno fatto venire ansia, panico, voglia di stringermelo forte, cuore contro cuore, e dirgli che avrei trovato il modo di far passare tutto tutto tutto.
Oggi guardo i miei bambini e li abbraccio forte, li bacio, li annuso, li tocco, li accarezzo.
E spero che niente vada mai a intaccare quell'enorme perfezione di cui sono portatori.
Ho sfidato due volte la fortuna e, per ora, mi è andata bene.
Ma penso a tutte le donne che coccolano il bambino che nuota nella loro pancia e che magari potrebbe non essere altrettanto fortunate e la cosa mi fa stare malissimo.
Auguro a tutte loro che tutto vada bene, vada bene davvero, che le cose si risolvano per il meglio, che i loro bambini siano la gioia di ogni giorno e un prodigio da poter curare con tutto l'amore che hanno dentro.
Quarantasettembre.
5 settimane fa
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