Due-tre giorni prima dell'8 Giugno, in accordo con la fine dell'anno scolastico e, dunque, con le follie ad esso connesse, sono andata dal parrucchiere, mi sono fatta tagliare a sufficienza i capelli e li ho fatti tingere con un bel riflessante rosso.
Il mio amico eNdRiU, che mi ha vista solo ieri e che si è accorto della cosa dopo due ore buone che mi vedeva (eccezionalmente intuitivo sui fatti della vita, molto meno su queste robe "di donne"), ha subito sciorinato una perla di saggezza popolare bergamasca.
Secondo il detto da lui citato, le donne rosse di capelli sarebbero golose di qualcosa che non è propriamente un cibo anche se, in alcuni contesti, ad esso viene metaforicamente assimilato.
Ho deciso d'acchito, lì per lì, che il prossimo riflessante sarà viola o blu, poiché sono assolutamente certa che la saggezza popolare, essendo per sua definizione atavica, non contempli tali gradazioni di colore per la chioma e che, quindi, un minimo della mia dignità potrà - almeno quel giorno - essere salva.
Quarantasettembre.
5 settimane fa
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